
Come è nata la nostra passione
Siamo un’azienda a conduzione famigliare da oltre 40 anni.
Martino fondatore della nostra azienda, costruiva insieme al nonno il “bottaio”, le botti di rovere per dare stallo al vino in cantina.
Possedeva già qualche appezzamento di vigneto, nelle zone più rinomate delle colline alladiesi e produceva vino per la propria famiglia e qualche litro per parenti e vicini di casa che lo acquistavano a buon prezzo e direttamente dal produttore.
Non aveva una vera e propria cantina come siamo abituati a vedere ai giorni nostri. Si sposò negli anni a seguire, ed ebbe un figlio, Marino.
In quel periodo molte aziende metalmeccaniche investirono in Canavese e con la crisi post guerra e la sicurezza dello stipendio decise di andare a lavorare come operaio in una di queste.
Ma non abbandonò l’agricoltura, arrivava nel tardo pomeriggio e seguiva la moglie nei lavori che non era ancora riuscita a svolgere in campagna.
Giorno dopo giorno riuscì a mettere da parte del denaro per poter fare i primi impianti di Canavese Rosso e di Erbaluce con l’aiuto del figlio ormai cresciuto. Anno dopo anno la richiesta del succo d’uva aumentò sempre più, così che iniziò a trasformare la stalla della sua casa, ampliando la cantina già esistente, con i mattoni a vista e quel retrò che non guasta mai.
Giungendo così alla fine degli anni Novanta, dove si fece richiesta per la doc dell’Erbaluce, con le prime etichette e le prime confezioni.
Con il passare degli anni e con la coltivazione di altri appezzamenti di vigneto si arrivò al primo decennio del Duemila.

Marco, seguendo le orme del padre Marino, a soli 19 anni, decide di prendere in mano l’azienda agricola Massoglia, subentrando al posto del nonno Martino. Da lì si intraprese un lungo cammino, che prosegue giorno per giorno tuttora con grande passione.
Qualche anno più tardi è entrata in azienda Chiara, la sorella, seguendo quel sapere che il papà le insegna tutt’oggi nel vigneto. Come quando durante il freddo dell’inverno vicino a una vite in letargo prima di cominciare a tagliare i tralci che non servono si ferma e dice: “vedi da questa gemma maturerà un grappolo o due, da quest’altra niente… E dall’altra uno…” e così via… Questo è il saper fare quel mestiere, l’esperienza degli anni trascorsi nelle campagne e del riconoscere le foglie e i tralci portatori o quelli che non sono produttivi.
Seguendo questo esempio abbiamo continuato la tradizione del buon vino, ammodernando sia la cantina che la gestione del vigneto, tenendo sempre un occhio aperto sul lavoro dei nostri genitori, così da estrarre il succo più prelibato dell’uva dalle colline di una piccola frazione di Agliè, San Gra’ d’Ajè, in cui ha sede la nostra azienda.
Dalla potatura invernale a quella verde ci dedichiamo 365 giorni l’anno facendo sì che i nostri grappoli maturino nel migliore dei modi fino alla raccolta, dando vita al gioiello di punta della nostra azienda, l’Erbaluce.
Vinifichiamo queste uve in due modi differenti: la classica ferma e il Passito, un fiore all’occhiello per il Canavese, un insieme di sapori e profumi che ricordano la frutta matura e la confettura. Un vino che si assapora dopo anni di dimora in cantina tra botti di rovere e acciaio.
Come ogni anno la vendemmia inizia dal Passito: si passa tra le pergole a selezionare solo i grappoli più belli e dorati e soprattutto quelli con gli acini più rari e distanziati, in modo che l’aria, passando tra di loro, non li faccia marcire. Li sistemiamo in cassette su un solaio e lasciandoli appassire fino a gennaio per poi procedere ad una spremitura soffice. Questo mosto viene lasciato fermentare lentamente per qualche mese in botti di acciaio. Successivamente viene fatto riposare in barrique, botti di rovere, e soltanto solo dopo qualche anno dalla vendemmia viene imbottigliato e messo in vendita. Da qualche anno diversi nostri clienti decidono di volerci con loro nel giorno del matrimonio e acquistano le loro bomboniere. Bottiglie di passito personalizzate.
Poi si passa alla raccolta dell’Erbaluce. L’uva viene trasportata in cantina e lasciata raffreddare per una notte. Il mattino seguente viene pigiata e il mosto viene nuovamente raffreddato. tenendo sotto controllo la temperatura il vino mantiene i profumi intensi e freschi del uva in vigna.
L’Erbaluce è un vitigno autoctono del Canavese, noi lo coltiviamo a pergola, antico impianto canavesano destinato a questo vitigno che dà il suo massimo dalla quinta gemma in poi. È per questo che nonostante non sia un impianto comodo da lavorare, perseveriamo con questo tipo di allevamento al fine di ottenere dei risultati ottimali in cantina.

Negli anni con il nonno e il papà abbiamo ingrandito l’azienda famigliare senza mai abbandonare i vecchi metodi di coltivazione, ad oggi abbiamo circa 8 ettari tra pergole e filari canavesani e gli ultimi impianti sono stati allestiti a filare, gujot semplice. Oltre alla coltivazione teniamo molto alla vinificazione prendendo spunto dai vecchi modi di macerazione con i nuovi sistemi di fermentazione. Da poco abbiamo avviato un paio di vigneti di Nebbiolo, altro vitigno che dà ottimi risultati nelle nostre colline moreniche.La vendemmia è il periodo fondamentale per la cantina dove il frutto del lavoro di tutto l’anno matura e viene raccolto. Amici e parenti si ritrovano ogni anno a darci una mano.
«La vendemmia è un giorno di festa, dove si incontrano il lavoro e lo stare insieme.
Dopo tanti anni di sacrifici e duro lavoro insieme ce l’abbiamo fatta e stiamo continuando con la nostra passione, per portare l’Erbaluce in punta alla vetta, insieme ai vini rossi.
Siamo un azienda a km zero associata a Campagna Amica con la quale collaboriamo nei paesi limitrofi per raggiungere direttamente il consumatore finale, con i mercati pomeridiani nelle varie piazze.
Marino è colui che si incontra tra le bandiere gialle della Coldiretti, colui che i clienti riconoscono per il buon vino genuino.
Crediamo molto nelle cose semplici e nella visione di ciò che era una volta.
Le barbatelle, l’uva e il vino sono la nostra passione più grande…svolgiamo ogni giorno i mestieri della produzione del vino con dedizione e quella spensieratezza che c’è nel viso di coloro che amano ciò che fanno.
I nostri vini sono felici e genuini perché noi lo siamo.»

La storia di come nasce una cantina
Nel 1957,Francesco Fezzigna fonda la sua Azienda Agricola in una fascia di territorio chiamato Caraconessa, situato a 100 metri di altitudine Umbriatico e Ciro’.Francesco Fezzigna scelse di coltivare i suoi vigneti in quel luogo perché era ideale per la coltivazione viticola, un terreno ricco di sali minerali di origine arenaria di medio impasto in cui le uve autoctone di elevata qualità acquisiscono delle caratteristiche uniche anche grazie allo sbalzo termico (che può arrivare fino a 20 gradi) che si verifica tra la notte e il giorno.

Dal 2015, dopo tre generazioni in cui si sono tramandate esperienza, conoscenza e passione, l’Azienda ha ottenuto le certificazioni BIO e D.O.C. MELISSA, diventando la prima e attualmente unica azienda vitivinicola dell’Alto Marchesato Crotonese che gestisce direttamente e completamente tutte le fasi della produzione, dalla coltivazione della vite fino all’imbottigliamento dei vini.
La profonda dedizione verso il lavoro, la continua ricerca della qualità, la cura di ogni singolo dettaglio caratterizzano un sistema di produzione di tipo artigianale, che consente di creare vini rossi, bianchi e rosati, tutti certificati IGP Calabria – D.O.C. MELISSA e che rappresentano al meglio le tradizioni vitivinicole del territorio.


Una storia siciliana
L’Azienda vinicola Giovinotto nasce nel 2017 in Sicilia grazie all’idea di due giovani consapevoli delle immense potenzialità di questa terra ed estremamente legati ad essa, a tutto ciò che ha da offrire.
È da questa fondamentale considerazione che parte il progetto “Giovinotto Wines”, di Antonino Vitale e Luca Licciardello. Si tratta della creazione di un prodotto che sia innanzitutto un prodotto siciliano, già di per sé garanzia di qualità, e che abbia poi le caratteristiche di due rinomati vigneti al cui nome non c’è altro da aggiungere: Nero d’Avola e Grillo. Il “Giovinotto True Sicilian” è il risultato dell’eccellenza di entrambe le tipologie di bacche.
In una situazione territoriale travagliata e di stallo, quale è quella attuale riguardante la Sicilia, inerente all’economia delle colture su cui basa, lo spazio riservato alla produttività è pressoché saturo e soffocante per chi vuole esporre il proprio prodotto nel mercato; ma questo non ha comunque fermato l’iniziativa dei due giovani che hanno preso quindi una decisione difficile e allo stesso tempo intraprendente.

E la qualità del loro progetto non ha tradito le aspettative. Sulla base di una medesima volontà, quella di investire sul proprio futuro scommettendo ancora una volta sulla qualità, Antonino e Luca hanno coniugato due passioni per la realizzazione di un unico esperimento. Da un lato, una particolare predilezione per l’imprenditoria, che impegna Antonino Vitale attualmente in diverse attività commerciali e che, oggi, forse più che mai rispetto al passato, esige un forte sperimentalismo e un’enorme volontà di mettersi in gioco. Quest’ultima, espressione della propria personalità, ha portato il giovane Vitale a rinunciare anche a offerte allettanti nell’ambito del beverage per perseguire a oltranza il proprio obbiettivo. La passione smodata di Antonino ha incontrato quindi l’altra, altrettanto forte, di Luca Licciardello inerente alla produzione vinicola. Dal confronto di entrambi gli interessi ha preso forma un’idea che è stata accolta con molto entusiasmo.

Antonino e Luca hanno trenta e trentasei anni, un’età perfetta per l’intraprendenza ma allo stesso tempo critica. I tempi che corrono, infatti, hanno trasmesso ai giovani l’impressione, palpabile, di un’insufficienza costante di risorse, di possibilità e quindi di futuro.
Eppure è questa l’età in cui lo sperimentalismo acquisisce più forza. Antonino e Luca si sono chiesti innumerevoli volte quanta determinazione ci volesse per avviare un progetto imprenditoriale con al centro un prodotto come il vino, che seppur pare muoversi con più agevolezza nel mercato, è comunque in forte competizione con altre qualità. Tutto questo doveva partire inoltre dalla realtà di un piccolo paese. I due hanno preferito considerare però il contenuto che la loro cantina aveva da proporre, la forza della qualità siciliana e degli ottimi vigneti, ma più di ogni altra cosa il coraggio, culturale prima e imprenditoriale poi, di lanciare una sfida e impegnarsi al massimo per raggiungere l’obbiettivo. Così i due giovani, oggi hanno in serbo un prodotto di rara qualità.

Il Giovinotto True Sicilian nasce da uve di Nero d’Avola selezionate a mano. Ha un colore rosso intenso, vivificato dalla sua compattezza e cremosità, con un iniziale gusto dolce al quale subentra subito il sapore acuto delle bacche rosse in un amalgama che non ha simili.
Il Giovinotto True Sicilian (Grillo) nasce invece dall’uva bianca di un vigneto, che, oggigiorno, sta conoscendo una vera e propria rinascita.
Il vino Giovinotto, che tra l’altro, sebbene sia ancora in produzione da un anno sta già trasferendo le proprie singolari caratteristiche anche nelle tipologie del frappato e dell’insolia, è insomma un prodotto unico per due motivi: perché uniche sono le proprietà dei vigneti siciliani e perché altrettanto esclusivi sono la solerzia e l’ingegno di chi non rinuncia alle proprie passioni e si espone all’intero mercato e alla società culturale fatti di modelli omologati con idee nuove, maturate da riflessioni, portate avanti con raffinata diligenza e senso degli affari, non condizionate dalla cappa delle realtà locali ma aperte a qualunque tipo di confronto perché forti della propria alta qualità.